La Berlinese, 11/06/2010 21.29:
Alla fine la ragazza mi ha fatto un sorriso enorme e mi ha ringraziato mille volte, come se fossi stata la persona più gentile del mondo e le avessi fatto chissà quale piacere, quando avevo semplicemente fatto il mio dovere.
Perchè purtroppo ci si dimentica che comunque il docente è una persona che non è pagato dal nulla, ma dalle tasse che sborsano gli stessi studenti. Il problema è che affermare i propri diritti è un'arma a doppio taglio perchè ricordare questo ad un docente significa, spesso, essere messi alla berlina dallo stesso. Spesso quel che cerca lo studente è solo un'indicazione, d'altronde si vuole soltanto migliorare e senza indicare come nessuno può farlo. E' pur vero che ultimamente gli studenti vogliono essere un po' troppo imboccati e ho avuto modo di vederlo durante il workshop in questa settimana, in pratica il progetto l'abbiamo fatto io e il professore che mi guidava per sbrigarci. Alle 20.00 ho finito di disegnarglielo per bene, avevo preso la borsa e stavo andando a casa e una ragazza mi dice "Ma io questa sezione non la capisco, non la so fare" e a me è venuto in mente solo "Com'è che a terzo anno non la sai fare? Io ci ho sbattuto la testa dal primo anno...", ma non ho detto niente e sono rimasta un'altra ora per farla...
Io devo dire che non ho mai subito chissà quali ingiustizie, gli esami son sempre andati bene. L'anno scorso però ho criticato tutta la classe docente di progettazione durante un convegno fatto con tutti i docenti riuniti e gli studenti dei laboratori. In quel caso era stato il prof ordinario che coordinava i lavori a chiedere se qualcuno avesse dei pareri e io ho espresso il mio, dicendo che secondo me non c'era una linea comune e che ognuno segue il suo percorso e che si formano poi professionisti ognuno con delle idee diverse dall'altro, al contrario di quel che avviene in altre facoltà italiane dove il taglio è molto più netto. Ho detto anche di potermi permettere di dire questa cosa perchè, avendo partecipato ad un seminario annuale che prevedeva docenti e studenti di tutte le facoltà di architettura d'Italia, ho avuto modo di vedere come tutti avessero uno stile preciso e noi palermitani pensavamo ognuno una cosa diversa e che essendo al 5° anno avevo avuto modo di verificare i vari indirizzi presenti.
In questo caso sono stati tutti ben felici del mio intervento e mi è stato risposto che per loro la pluralità è un pregio non un difetto, anche se è verissimo che c'è questa discrepanza. Non ho subito alcuna conseguenza, anzi... Però potrebbe essere per due ragioni: uno perchè la mia facoltà ha una mentalità, anche dei docenti, molto aperta e vicina agli studenti (pensiamo a quante revisioni sui progetti e gli elaborati facciamo), secondo perchè sapevo di non poter avere conseguenze effettive (con nessun altro dovevo sostenere la materia e sapevo che il mio prof la pensava come me), terzo perchè forse mi riteneveo forte del mio curriculum personale e sono una che parla non che sta zitta, al di là delle convenzioni.
Rivedendola adesso con occhi di un anno più maturi mi vien da dire "chi me lo fece fare", però son contenta di averlo fatto!
Adottati varie edizioni:
Valeria Monetti, Giulia Ottonello, Simone Benedetti e l'ormone, Karima Ammar, Francesco Mariottini
2010 Loredana e Pierdavide