Spero che passi in tv, perchè ormai una cosa esiste solo se passa in TV
Una cosa è credibile solo se passa in tv.
Non c'entra molto col discorso, ma forse anche sì: ricordo che anni fa, quando veniva l'estate, tutti ci lamentavamo delle trasmissioni televisive scarse: solo film vecchi, repliche di telefilm o varietà.
Ora invece per me è il contrario.
Sono al settimo cielo d'estate, perché è l'unico momento in cui non si vedono qegli abominevoli reality, dove il televoto, rovina assoluta della cultura televisiva, va momentaneamente a riposo.
Dove non siamo tenuti a farci i cavoli di quattro belloni in cerca di ragazze, o di sfaticati nullafaccenti che vivono per tre mesi in una stessa casa.
Dove finalmente Maria De Filippi esce di scena e non si sente la sua voce mascolina e lagnosissima che abbassa il livello di qualunque discorso che non sia remunerativo.
Come si può ben capire ho le scatole piene di questa società dove l'importante è l'apparire e non l'essere, dove ormai diventa famoso solo chi fa 'chiasso'.
Perfino Carla Fracci ora è sulla bocca di tutti, è andata sui giornali e ha preso il tapiro per la sua litigata con Alemanno.
Raramente le tv e i quotidiani hanno riferito dei suoi dieci anni come direttore artistico all'Opera e della sua luminosa carriera, ma se dà del farabutto ad Alemanno tutti se la ricordano.
Leon per me è un'altra vittima del sistema e penso che il suo tragico errore sia stato quello di non mollare il carrozzone Defilippiano subito dopo Footloose. Si sarebbe dovuto guardare intorno, e magari fare solo ospitate con mediaset. Un po' come fa Anbeta che balla anche altrove. Lui ha contato troppo, per me, sul lato umano degli autori di Amici, sicuro del loro affetto e di far sempre parte del loro staff.
Scusate il mio sfogo e le mie supposizioni forse del tutto campate in aria, ma sopporto sempre di meno vedere tanti giovani di talento, miei beniamini a dover emigrare, a non avere mai stabilità lavorativa quando lo meriterebbero alla grande. Il decreto Bondi ha dato una mazzata al teatro dell'Opera per cui i ragazzi più promettenti hanno avuto contratti in America e sono stati costretti a fare le valigie.
Si parla tanto di made in Italy, ma penso che questo valorizzare i nostri prodotti riguardi solo le griffes di moda e che del made in Italy dell' arte della cultura e della scienza di cui siamo ricchissimi, non importi niente a nessuno degli zoticoni al governo, altrimenti non avrebbero fatto tutti questi tagli.
Fine dello sfogo.