SETTEMBRE NEMICO

Rose, ti consiglio anch'io di parlargli apertamente. Per anni sono stata una persona che preferiva buttarsi da un ponte piuttosto che discutere con delle persone a cui voleva tantissimo bene e con cui temeva di poter perdere un rapporto insostituibile. Poi ho scoperto che non solo ci stavo troppo male, ma che era una cosa sbagliata e dannosa per me, per gli altri e per il nostro rapporto. Proprio recentemente ho deciso di mettere le carte in tavola con la mia più cara amica, che da molto tempo non si confidava più con me per una serie di motivi. Il risultato di una conversazione davvero difficile è stato che lei mi ha ringraziato, ha detto di aver apprezzato la mia lucidità e il mio coraggio e si è sentita rassicurata su quanto profondo sia il nostro rapporto. Questo non significa certo che ora sia tutto risolto, ma non ho dubbi che fare gli indifferenti non porti da nessuna parte.

Riguardo la teoria sugli amici uomini devo dire che credo sia giusta in molti casi, anche se la mia esperienza è completamente diversa. Conosco il mio migliore amico da 13 anni, 10 dei quali passati quasi sempre ad una distanza fra i 200 e i 2000 km, e durante questo periodo sono cambiate ovviamente molte cose, lui ha avuto varie storie e prossimamente credo sarò anche la sua testimone di matrimonio, ma nessuno di noi è mai mancato per l'altro. Certo sono convinta che lui sia una persona molto ma molto speciale. Quindi non contatemi a fini statistici

Edito per mandare un a Simbetta e dirle quanto la capisco. Queste cose mi fanno davvero
So che non sarà certo consolatorio, ma ti assicuro che quelli che ti sono capitati non sono "disguidi" della sola università di Pisa. Ho saputo dal mio migliore amico di cui sopra che nella biblioteca della sua facoltà in Friuli mancavano più del 10% dei libri, in grande maggioranza rubati dai professori. O per essere più diplomatici, presi in prestito a tempo indeterminato, anche dopo essersi trasferiti in un'altra università. La stessa cosa mi è stata detta da una persona che ha studiato a Bologna. Concludo con una sola perla made in Sapienza: la più grande università in Europa e il più grande esempio di disorganizzazione e menefreghismo che io abbia mai visto, molto al di là di quello che avrei mai potuto immaginare. Mi serviva un libro, avevo individuato con l'OPAC in quale biblioteca si trovava e ho deciso di telefonare per essere sicura che fosse aperta, dato che le informazioni sono sempre inattendibili e il concetto di tempo non è stato ancora scoperto. Ecco la conversazione:
- Buongiorno, vorrei sapere se oggi la biblioteca è aperta.
- Signorina, la biblioteca non esiste.
- In che senso non esiste?
- La bibliotecaria è andata in pensione l'anno scorso.
- E quindi?
- Dall'anno scorso la biblioteca è chiusa.