MASSIMILIANO PIRONTI ovvero il MAXimo di Amici...

Soddisfatta, Diggei? Va bene cosi'?
Dopo qualche incertezza, nel fine settimana ho deciso che sarei andato a Roma per lo spettacolo dei Clover. Ho avuto modo di fare una delle mie solite figure, telefonando venerdi' a Betty "Allora, domani arrivo" e lei, con la sua imperturbabile soavità "Ah, fai il fine settimana a Roma? Perche' lo spettacolo e' domenica." Va bene.
Domenica pomeriggio, verso le sei e mezza, non faccio in tempo a arrivare a Roma che incasino la vita a Betty, insieme al marito e a alcuni registi dello spettacolo con i quali lei sperava di conversare, perche' non avevo idea di come arrivare dalla metro di Circo Massimo all'Accademia Nazionale di Danza; dunque ho costretto il gruppo, che aveva scelto un bar vicino all'Accademia per prendere qualcosa, a transumare verso un locale piu' visibile e di strada. Le parole non bastano per ringraziare
Finalmente siamo seduti, nei posti migliori della gradinata. Assistiamo ai preparativi dello spettacolo: prove luci, Massimiliano che dispone gli oggetti di scena; tutto ha l'aria di essere a buon punto e rodato. Davanti a noi Toni Propato parla del piu' e del meno con i genitori di Mariangela; si dimostra un ragazzo intelligente e affabulatore con un gusto per la chiacchiera pettegola, e le idee chiare nei fatti artistici e nella moda. Un personaggio che Carlo Goldoni avrebbe ben collocato ai tavoli dei suoi caffe' veneziani.
Conosco Elisa-carlottagrisi! E' bella, bionda e elegante. Indaffaratissima, ci presenta le persone autorevoli sedute fra il pubblico, la mamma del poeta, il poeta, la poetessa, l'ex sindaco di Roma che recitera' un siparietto scritto da lui. Va e viene tanta bella gente e altrettanta brutta gente.
La serata inizia con un pezzo di musica contemporanea, della durata di una decina di minuti, non eseguito da musicisti sul palco bensi' diffuso dall'impianto, che tristezza. L'autore e' Fulvio Razzi, ve lo scrivo cosi' nel caso evitate. Tra l'altro la diffusione era stereo, per cui chi era seduto davanti a una cassa sentiva solo quella!
Ci raggiunge club con un'amica. Dovete sapere che gli occhi di club sono splendidi, e la luce di quel giardino donava loro in modo particolare.
Tocca a una poetessa francese, che convince poco, e a un poeta egiziano; questo invece fa centro, recitando una sua poesia dedicata alla fanciullezza, al mondo che un padre vorrebbe regalare al figlio, con immagini profonde e originali. Tra il pubblico si respirava davvero una diversa qualita' dell'attenzione, rispetto ai momenti precedenti.
E'il turno dell'ex sindaco, che con una carismatica signora bionda recita il suo pezzo su Cyrano; non me l'aspettavo, e' stato molto interessante, a parte il fatto che lui aveva studiato poco...
Lo spettacolo di danza. Dalle prime mosse si capisce che sara' molto bello. Le coreografie dei Clover hanno un sapore particolare, che a me viene da definire 'laocoontico'. Amano disegnare veri e propri gruppi scultorei con i loro corpi, addirittura si cospargono l'intera figura di gesso o di non-so-che-cosa bianco per sembrare statue di marmo. E questa fisicita' la impongono anche alle ballerine; con i ballerini tra l'altro mi sembra un lavoro piu' facile perche' il fisico e' muscoloso, adatto a impersonare una statua classica. Dalle fotografie si vede bene quanto piacciano al gruppo le pose statiche corali, quelle che a me fanno venire in mente i gruppi laocoontici.
Una cosa che ho apprezzato molto sono i contrappunti coreografici, non so come definirli meglio, cioe' l'intreccio delle diverse linee di danza di ciascun ballerino. Per dire della raffinatezza delle coreografie, un paio di volte e' capitato che i tre ballerini, Davide, Emanuele e Massimiliano, partissero uno dopo l'altro eseguendo la stessa sequenza di passi: questo in musica si chiama 'canone' (esempi famosi: Fra Martino, Vent fin, vent du matin). C'e' tanta cultura dietro lo studio di questo spettacolo.
Le coreografie sono per la maggior parte rocciose, robuste. Fa eccezione il momento costruito sopra il dipinto di Degas, la "Classe di danza". Il quadro e' in scena, con le ballerine dipinte li' alla sbarra; entrano due ritardatarie, e si mettono a giocare fra di loro, a gareggiare a colpi di passi di danza, due monelle. Finalmente si accorgono della lezione in corso, e si allineano alle compagne di classe dipinte...
Questo e' l'unico momento leggero dello spettacolo. Il tono e' nel complesso intenso e spesso drammatico. Anche la scelta delle musiche vi si allinea, necessariamente: c'e' tanto rock progressive minimalista, e la chicca di una Callas, masterizzata pero' da un vinile molto vecchio, per avere quel suono 'valvolare' da paura, che ammicca al gusto del vintage. La crescita artistica della compagnia Clover esplorera' anche il terreno della leggerezza.
In ogni caso il lavoro dei Clover e' pura ricerca poetica, aspirazione a un valore artistico autentico. E credetemi, ci riescono parecchio bene nel loro intento.

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Morale della favola: partenza da Pisa alle 15 di domenica, arrivo a Roma alle 18 e un quarto, ripartenza a mezzanotte e arrivo a Pisa alle quattro del mattino di lunedi'. Lunedi' alle otto e mezza appuntamento con i colleghi al distributore per andare al lavoro. Mi sono fatto otto ore di viaggio in mezza giornata piu' levataccia per uno spettacolo di danza? Beh, dal programma mandato da Betty lo sapevo di che spettacolo si trattava e poi era l'occasione di salutare Betty e club. Sono contento.

Ciao
Antonio