Giugno Nemico

Daledas mi sono commossa con le tue parole.
Non mi sento di aggiungere altro, ma ti abbraccio forte forte.

daledas, 19/06/2010 10.48:

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Un abbraccio cara...spesso chi si ammala ha più forza di chi deve stargli accanto.Forse è un dono,in compensazione di quello che gli viene tolto?
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Saltando completamente di palo in frasca...oggi il mio amore mi ha mandato a casa delle rose rosse con Interflora (sono 4 mesi dalla prima volta che siamo usciti insieme).
Non sarà esagerato e/o troppo smielato?Non so...
Però sono stata molto contenta,non l'aveva mai fatto nessuno per me e quindi bando alla sdolcinatezza,va bene comunque

Un abbraccio anche da parte mia , quoto le parole di Bing.
A proposito, Laura, da quando sei fidanzata non mi delizi più con i tuoi post polemici, intelligenti e pungenti, quelli che mi piacevano tanto . Scherzo, sono felice per te, ma davvero era una gioia leggerti tra discussioni troppo spesso poco argomentate.

Tanti auguri Manakachan e Raffaele

Daledas un bacino grande grande Io posso capire tutto quello che tu scrivi, anche se purtroppo i miei ricordi ormai iniziano ad essere confusi. Ho perso mio papà per male incurabile che avevo 11 anni. Non si supera mai, è un'assenza che ti segna e ti segna ancora di più l'essere totalmente impotente o ritirare un'analisi con una sentenza di morte. Io non sapevo tutto ciò, diciamo che lo sto riscoprendo adesso poco a poco, facendomi aiutare da mia mamma e i miei fratelli che erano più grandi. Spesso mi colpevolizzo di tante cose (o colpevolizzo gli altri) di non essergli stata molto vicina, di aver passato l'ultimo mese della sua vita a casa degli zii perchè volevano evitarmi lo strazio del vederlo in fin di vita e invece probabilmente sarebbe stato più utile cercare di passare gli ultimi momenti con lui, mi colpevolizzo perchè quando mi chiesero se volevo andare al suo funerale, un po' spaventata dall'idea, dissi che non volevo. Il ricordo che mi perseguita è dell'ultima volta che lo vidi in ospedale, in rianimazione, praticamente ormai incosciente, quando ci dissero semplicemente che era meglio riportarlo a casa. E' stato il momento perggiore della mia vita, ancor più che apprendere della sua morte, perchè me ne resi conto in quella circostanza.
La verità, caro/a daledas è che non c'è una strategia corretta da seguire, non c'è un manuale del "corretto comportamento nei riguardi della morte" e che la colpa che ci sentiamo addosso non è sbagliata, nessuno può dire cosa è giusto e cosa è sbagliata. E' semplicemente qualcosa che ognuno sente per se stesso. Certo, non è che ci si fa n'elucubrazione costante sopra... Magari ogni tanto il pensiero ritorna e ti viene in mente solo "probabilmente potevo fare diversamente", ma questo potremmo dirlo ripensando a qualsiasi cosa successa nella nostra vita. Rimpianti e rimorsi. Semplicemente è andata così e indietro non si può certo tornare.

mrsBing, 19/06/2010 20.45:

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Non sarà esagerato e/o troppo smielato?Non so...

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Anch'io ho la fortuna di avere l'Homo Romanticus per eccellenza. All'inizio sembra strano perchè spesso si incontrano inguaribili bastardi che cedono con molte difficoltà e magari non ci si aspettano più comportamenti tali. Dopo qualche tempo ti abituerai vedrai (e non potrai più farne a meno direi )

Grazie mille per gli auguri ^_^

Un sentito grazie a tutti voi ...Dalì per te un abbraccio speciale...Lo so,i rimorsi ci sono e ci sranno sempre,ogni volta che ci si ripensa,ma sono convinta che certe "scelte" ci abbiano aiutato a capire dove si è "sbagliato",e a non ricommettere più lo stesso errore.
Ci sono servite a crescere,con i rimorsi,magari,ma ci sono state di lezione.
Io a al mio amico sono sempre stata vicina...E il dolore lo tenevo per quando lui non poteva vedermi....Quando andavo a trovarlo,gli parlavo di ogni minima cosa che mi passasse in quel momento in testa,e lui,anche se non parlava,mi ascoltava contento che lo trattassi "normalmente" e non come uno che sa che la sua vita terrena finirà a breve.Lui da me ha voluto che mi comportassi così...Me lo ha fatto capire quando girava il viso dall'altra parte se sua madre o uno dei suoi amici lasciava uscire le lacrime in sua presenza.Non voleva questo.
Come "qualcuno",da lassù,la sera della sua morte ha deciso di chiamarlo non appena io e il suo migliore amico avevamo appena lasciato l'ospedale,dopo essere stati al suo capezzale un pomeriggio intero,e dopo che,quel giorno,tutti,ma proprio tutti i suoi amici erano passati a trovarlo (e alcuni era da un po' di giorni che non lo facevano)
Questa è una delle cose che mi ha dato più da pensare...E sono arrivata alla conclusione che doveva andare esattamente così...(e quel giorno,proprio quel giorno,io avvertivo una sensazione strana,che mi aveva accompagnato sin dai sogni della notte precedente ...Come se un filo invisibile mi avesse legata a lui e capissi ciò che sapevo sarebbe accaduto proprio quel giorno...)
Dalì,non colpevolizzarti...Alla tua giovane età hai affrontato una prova durissima...E sono sicura che anche tuo padre avrebbe voluto evitarti di vederlo in quello stato,senza forze,ma che tu lo avresti dovuto ricordare per com'era prima di ammalarsi.