Che puntualmente dovrò inserire come recensione sulla mia libreria anobiana quindi sembrerà un po' troppo formale per una lettura di gruppo -
ma anche no, visto che caz*eggio sempre nello scrivere
Prima di tutto faccio un mea culpa: devo smetterla di cominciare a leggere 20 libri per volta
Che poi finisce come in questo caso, che mi brucio metà libro a spizzichi e bocconi quando sicuramente merita una lettura privilegiata.
Si tratta di un romanzo di una certa complessità, e penso sia anche normale perchè la sua autrice dev'essere stata una donna di rara intelligenza. All'inizio si fa una certa fatica ad entrare nella storia, perchè i personaggi sono vari e variopinti e non si riesce a capire che rilevanza dare ad ognuno di loro: chi di loro sarà importante per arrivare a scoprire chi si cela dietro l'anonimo autore delle telefonate anonime che affliggono prima
Dame Lettie e poi innumerevoli anziani della sua cricca?
Focalizzandoci su questo filone ci dimentichiamo un po' di lasciarci coinvolgere dalla caratterizzazione dei personaggi, ci dimentichiamo che probabilmente hanno un passato, una vera e propria spinta dorsale, non diamo fiducia all'autrice perchè cadiamo nella trappola del "giallo". Per fortuna, poi, ci si sveglia dal torpore, e dietro a tutti questi anziani pieni di difetti che si rivelano pregi (
e viceversa) ci sono delle persone che hanno una loro storia e vivono in coerenza con la stessa. Ed allora nulla di ciò che succede può essere per caso, dico bene?
Infine, la lettura vola, e nelle ultime pagine capiamo quel che ci è sfuggito per un attimo di mente: esiste la
Morte, quella signora che aspetta paziente per poi carpirci anima e corpo. Tutte le sciocchezze che abbiamo fatto nel corso degli anni sono state idiozie, una lunga sequela di idiozie commesse una dopo l'altra, e proprio in virtù del fatto che ci siamo dimenticati che la signora dal mantello nero era proprio là, in fondo al corridoio, in nostra attesa.
Come dicevo, un libro di rarissima intelligenta, di una donna altrettano se non più intelligente.
Angolo spettegolamento da bar:
Charmian è forse il personaggio che coinvolge di più, nonostante i suoi difetti. All'inizio pare non averne di seri, poi averne troppi, e poi, in quel meraviglioso quadretto che è il suo ultimo incontro (
almeno ultimo al quale noi possiamo assistere direttamente) con
Godfrey, è bello arrivare a capire che tra i due c'è questo rapporto di schermaglia, amore ed odio, in cui giocano ad armi pari e se momentaneamente soccombono è a causa loro. Se sono stati sempre assieme, nonostante tutto, è perchè forse un po' si somigliano e condividono, di certo, i medesimi valori. Le loro differenze momentanee sono sorte proprio per questo voler prevalere l'uno sull'altro:
Jean Taylor penso che l'abbia capito e per questo sia intervenuta a riequilibrare la situazione, ben sapendo che il suo sarebbe stato, non solo un regalo a
Godfrey, ma anche alla stessa
Charmian. Suvvia, dopo tutti quegli anni, giocare alla donna pura ed elevata! Il gioco è bello finchè dura poco e non credo che
Charmian sarebbe stata felice di assistere alla morte di un marito che tutto sommato, non era poi così peggiore rispetto a lei, e che fino all'ultimo poteva rovinarsi l'esistenza a causa sua (
più per una sua insita debolezza maschile, ma lei aveva la bacchetta per alleviargli i pensieri e non l'ha mai usata). Sono contenta che alla fine si è liberato dei suoi pesi (
stupidi ok, ma che carico sulle spalle!)
Dame Lettie rappresenta quel tipo di anziano -e in generale di essere umano- convinto di essere il più furbo di tutti ma che è realmente il più fragile a causa di questa sua sicurezza inesistente, priva di fondamento. Cattivella la
Spark nel farle denigrare le donne affette da demenza senile dell'ospizio e poi a mostrarcela in tutto il suo patetismo quando ha le manie di persecuzione e incolpa tutti i conoscenti di volerle fare del male (
quando nessuno se la calcola minimamente). E poi ancora quando comincia per ore, la notte, a vagare per la casa e per il giardino con la sua torcia accesa alla ricerca di un qualche fantasma che non esiste se non nella sua mente...
La
Pettigrew è la persona che più di tutti riesce a mettere in luce la fragilità di questi anziani. Sono così fragili da farsi tenere in pugno da questa donnetta nemmeno troppo scaltra o intelligente (
c'è troppa bassezza dentro di lei per poter elevarsi ad un'intelligenza effettiva).
E
Alec, poverino, convinto di tenere sotto controllo tutto con quel suo prendere nota, farsi i fatti di tutti, quasi nella posizione privilegiata di una specie di cronista.
Quando brucia il suo archivio è palese la sua perdita di senso e identità: non era lui che aveva in pugno il mondo, ma era il suo archivio a dargli questa sensazione e dunque a tenere in pugno lui.
Da ogni riga il monito a vivere il presente. Il passato... beh, sapete come si dice quando il latte è versato. Il futuro già sappiamo quale sarà, tutti quanti, e perciò di che stupirsi?