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STEVE LACHANCE

Ultimo Aggiornamento: 17/08/2011 21:32
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da lalanternadelpopolo.it...5 maggio 2006



Intervista di Domenico Basile

1- Che cos'è per te la danza?

R- E' la mia vita!

E' l'unica cosa che faccio e spero di farla bene … a parte crescere mia figlia.

2- Nella tua lunga carriera hai ballato con molte prime ballerine di altissimo livello, con quale hai instaurato il maggior feeling e hai lavorato meglio?

R- Sicuramente con Mia Molinari.

Con lei siamo diventati anche molto amici, sono stato il suo primo partner e molto di ciò che lei ha imparato sui passi a due lo imparato con me.

3- Le persone sono felici di vederti nella veste di insegnante, ma molti rimpiangono di non vederti più esibire come al tempo degli splendidi passi a due con Mia Molinari nella trasmissione "Mattina in Famiglia", non ti mancano quei momenti?

R- Io penso che nella vita di ognuno di noi c'è uno sviluppo.

Certamente mi manca il fatto di non esibirmi, però uno deve provare a crescere, deve provare a fare anche altre cose.

D'altronde la vita di un ballerino non dura tantissimo, e per me è già durata abbastanza.

Chiaramente non ho smesso di ballare, ballo ancora, ma secondo me è giunto il momento di far ballare altre persone.

Indubbiamente la sensazione che si prova a ballare è molto diversa da quella che si prova ad insegnare.

4- Pensi che la televisione italiana dia sufficiente spazio ai veri professionisti della danza?

R- Io penso che non ci sia molto spazio non solo in Italia, ma in nessun altro paese.

La danza per me è molto importante.

Molte persone pensano e credono che la danza sia uno sport, invece è un'Arte!

E' un'arte che racchiude in se tantissime situazioni fisiche e mentali.

E' un'Arte come il canto, come la recitazione.

La danza ti riempie di emozioni, ma impegna particolarmente il fisico.

Certo mi piacerebbe che la danza avesse maggiore spazio in televisione.

5- Tu sei cresciuto negli USA e hai quindi studiato nelle scuole di danza americane, poi sei venuto in Italia e hai avuto l'occasione di conoscere ed insegnare in molte scuole italiane: secondo te ci sono delle differenze fra le scuole di danza italiane e quelle americane, a livello di insegnamento, di impegno, di comportamento, ecc…?

R- Negli Stati uniti c'è moltissima più cultura e rispetto nei confronti di quello che facciamo, soprattutto per quanto riguarda la danza moderna.

D'altronde la danza jazz, moderna, contemporanea è nata in America, dove siamo molto più avanti in questo senso, proprio perché è da molti anni che la pratichiamo e la insegniamo.

Noi abbiamo maggiore esperienza di insegnamento, proprio perché sono stili inventati da noi, ed indubbiamente in America il livello di insegnamento è molto più alto.

E come approccio alla disciplina da parte dei ragazzi.

Nelle scuole americane si lavora molto di più, e da parte dei ragazzi c'è molto più entusiasmo, anche perché ci sono molte più opportunità di lavoro; esiste proprio la possibilità di prendere una Laurea in Danza e di poter andare a lavorare in quel settore.

In Italia ci sono molte meno possibilità, e spesso si è costretti ad andare a lavorare all'estero.

6- Parlaci della scuola più famosa d'Italia, "Amici" di Maria De Filippi, che ti vede protagonista nel ruolo di insegnante di danza: quali sono i pregi e i difetto della scuola?

R- Si tratta di un programma televisivo, è come tale per chi guarda, e che assiste solo a degli spezzoni mandati in onda, può sembrare facile, per cui può sembrare che i ragazzi della scuola di Amici sono poco impegnati, ma in realtà posso assicurare che lavorano tantissimo, anche se vai a fare lezione ma i ragazzi non si impegnano come vorresti.

I pregi però sono tantissimi, è un programma particolarmente seguito dai ragazzi, ma un po' dalle persone di tutte le età.

A me questo programma piace molto, anche perché porta alla ribalta discipline come la danza, un po' offuscaste, oltre a dare la possibilità a molti ragazzi di imparare e di emergere.

7- Molte persone vedono Steve la Chance come il "Duro" della trasmissione "Amici" di Maria De Filippi: è una definizione che ti va un po' stretta oppure ti ritrovi in questa definizione?

Io sono un insegnante molto severo nel mio lavoro perché credo molto in quello che faccio.

Sono stato cresciuto così e andrò sempre avanti in questo modo nel crescere i miei allievi.

Nel privato sono una persona completamente diversa da quella che la gente vede in sala.

Io ritengo che sia giusto ricevere un insegnamento da parte di un insegnante che sappia scindere i due ruoli: da una parte il ruolo dell'insegnante (serio), dall'altra parte Steve La Chance fuori dalla sala con il quale si può fare qualsiasi cosa.

Se mi volete … io sono così!

8- Prova a descriverti con due aggettivi …

Insicuro e sensibile.

Insicuro? Non si direbbe a vederti

Lo so, ma è così.

9- Come ti sei trovato al Centro di Danza “Arabesque”?

Bene, sebbene ho visto i ragazzi molto tesi, ma la prima volta è sempre così, forse perché come dici tu mi vedono come quello "Duro", però ho visto che alla fine delle lezioni erano un pochino più rilassati.

In ogni caso devo dire che mi sono trovato davvero bene: bello l'ambiente e belle le persone.

10- Come ti è parso il nostro paese per quel poco che hai potuto vedere?

R. Finora ho potuto vedere solo la scuola di danza, il ristorante dove ho cenato e l'albergo.

Ricordo però che un paio di estati fa sono stato qui a Carovigno in occasione del Premio Delfino insieme a Mia Molinari e devo dire che è un paese molto molto carino, un po' come tutti i paesi del Sud, qui in Puglia, sono piccolini con i loro trulli …

11- Quali consigli ti senti di poter dare a Rosanna per sviluppare al meglio la scuola.

R- Rosanna è in una posizione molto particolare, come in tutte le scuole private.

Lei vuole insegnare bene, ma questo vuol dire trattare i ragazzi in una certa maniera, però se li tratti in una certa maniera non ti tornano, pertanto li devi trattare un momentino con i guanti.

I ragazzi vanno coccolati e bastonati, coccolati e bastonati.

Si trova pertanto in una situazione abbastanza delicata.

Ciò che ho notato è che gli allievi se devono fare una cosa che li fa divertire la fanno spesso e volentieri, se devono fare cose molto più impegnative le fanno di meno.

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