LA STORIA DEL GIANTOUR – IV PUNTATA – MANAGING THE SHOW
Ormai quello che era nato come un timido bocciolo sepolto dalle palate di... concime della premiata ditta Fdm-Mdf è diventato un vigoroso randello virtuale, per il momento appoggiato in un angolo ma pronto a svolgere il suo dovere non appena se ne presenti la necessità: ci stiamo preparando, state in campana!
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Il format – Dove, a differenza di quanto accade nei programmi di Mariafilippa, si studia tutto per benino in modo da valutare ogni opportunità per cogliere il massimo risultato. ---------
07/02/2004 22.36.02 – Paul
Programma per il tour
Dunque vediamo. Secondo me per programmare un Giantour come iddio comanda ci vogliono un bel po’ di cose assolutamente indispensabili, sennò non viene bene e allora è inutile che ci mettiamo.
Prima di tutto il backstage. Direi che per l’audio siamo a posto, basta aspettare che finisca questa edizione di amici e li prendiamo tutti in blocco, microfonisti, regia audio eccì.
Poi anche per il regista generale di tutto, direi che possiamo farci dare qualche dritta da questo di amici. Del resto uno che mentre i ballerini fanno le pirovolte lui fa una endoscopia alle adenoidi del cantante di turno e subito dopo cerca un’inquadratura doppia dei due protagonisti di un paso doble ma peccato che non abbia un fish-eye e quindi inquadra il vuoto e due pezzi di piede uno di qua e uno di là dello schermo, uno così mica lo trovi all’angolo della strada.
I costumi ce li facciamo consigliare dalla Mariafilippa che intanto ha così buon gusto, poi è convenzionata con la goretex per le magliette traspiranti e poi cià questo simpatico commento per tutti "stai carino vestito così". Possibilmente se sono maschi, perché le femmine come sono vestite non se le fila proprio.
Oh bene. Passerei ai vocalists. Dunque siccome Lucio Dalla ha detto che l’intonazione uno se la deve far portare dal vento, direi che mettiamo in prima fila Catello Miotto, che coi venti se la cava abbastanza. Poi a prescindere dalla sfida calerei il tris d’asse. Il pinna lo metto dietro che tanto il suo punto di forza vien fuori lo stesso. E siccome non mi voglio far mancare niente, mi porterei anche Sammy che, come dice Apefrizzola, è davvero molto completa.
Balletti non ne prevederei. Mica che poi magari mi si fa male la Saretta e dobbiamo interrompere tutto. No, no, meglio limitarsi al canto.
Bisogna pensare alla conduzione. Dunque io farei così: per le serate di routine chiamerei un giovane che non si è visto tanto in televisione ma che cià un cervello così e secondo me merita anche di andare in video con la sua bella faccia di m.erda. Adesso il nome mi sfugge, mi sembra che si chiami come una nota marchetta ma adesso mi sfugge.
Invece per le date più importanti, diciamo quelle di gala, ci vorrebbe qualcuno con un po’ di savuarfèr. Una donna, senz’altro, perché le donne si sa che sono più sensibili. E fanno sentire a proprio agio chi sta sul palco, soprattutto se è di Genova e ha il pizzetto e canta da dio e sta sp.uttanando tutto il carrozzone.
Non so, una che non si fa raccontare niente dei retroscena per non essere influenzata, così può fare quei bei commentini del ca.zzo tipo "Stif, come è andato Leon?" oppure "Gian, c’è qualcosa che non va?" e poi stupirsi che ha fatto una domanda sbagliata. Il tutto naturalmente con molto rispetto, ci mancherebbe!
Si parte a maggio che è il mese della madonna, delle mamme e delle rose. Va bene per voi?
P.S. naturalmente Gian resta a casa. non vorrete mica rovinare il tour, no??